gennaio 2011.
UNA RISPOSTA SOSTENIBILE CONTRO IL TERREMOTO.
PROGETTO EVA.
a cura di Laura Stradaroli & Lara Strada
Il progetto EVA (Eco Villaggio Autocostruito) è nato dopo il crollo del terremoto in Abruzzo come alternativa al Piano CASE del Governo Berlusconi, grazie al sostegno dell’associazione BAG (Beyond Architecture Group), costituita nel 2009, che riunisce in un unico team esperti di progettazione partecipata e sostenibile. L’obiettivo principale era quello di non imporre agli abitanti del luogo uno specifico standard costruttivo – come afferma l’architetto Paolo Robazza direttore dei lavori e progettista di questo eco-villaggio assieme al collega Fabrizio Savini, entrambi membri di BAG – ma, tenendo conto delle loro esigenze, stimolare una ricostruzione partecipata, accompagnando la popolazione verso l’edificazione del loro spazio, non solo valutando la scelta dei materiali da utilizzare, ma anche stimolando rapporti intercuturali. Ad interagire con loro anche Caleb Murray Burdeau, esperto di materiali riciclabili per l’edilizia e di strutture di legno. Gli abitanti di Pescomaggiore erano già preparati alla condivisione dal 2007 hanno costituito un comitato per la rinascita del loro paese. L’iniziativa, legata alle tradizioni del territorio. aveva l’obiettivo di frenare il progressivo abbandono del piccolo borgo, favorendo un’agricoltura tradizionale, mettendo in funzione l’antico forno della comunità dando vita a percorsi artistici nei vicoli silenziosi, per conservare e diffondere la memoria collettiva del luogo. Ed è proprio in tale contesto che si è sviluppato il Progetto EVA, nonostante i tempi stretti, e in pochi mesi hanno inaugurato le prime abitazioni sostenibili. Il percorso di progettazione partecipata è stato strutturato in due fasi la prima con un’indagine-ascolto sul territorio e la seconda con un vero e proprio laboratorio progettuale passando attraverso l’outreach, ovvero con un ciclo d’interviste.
Materiali naturali e sostenibili
Anche la scelta dei materiali seguiva una logica costruttiva che puntava a fornire nel minor tempo possibile delle soluzioni abitative che permettessero ai residenti di rimanere nel proprio territorio mantenendo le attività economiche e la rete sociale de paese. Il connubio paglia-legno è risultato cosi vivente per rispondere a tali aspettative. Due le tipologie abitative prese in considerazione (40 m² e 56m² ), mollo simili fra dr loro, con struttura di legno che risponde alle normative antisismiche e ad un forte carico di neve. Forma del terreno e pendenza hanno permesso di collocare i nuclei abitativi su due linee da un dislivello sufficiente a permettere anche a chi risiede in alto di avere una vista aperta e non occultata da edifici prospicienti. Il costruire in balle di paglia vanta oggi un’evoluzione che ha le sue origini in America intorno alla età dell’800 con la costruzione delle prime macchine agricole la tecnica viene perfezionata nel corso del secolo scorso per rispondere in maniera ottimale alle esigenze delle moderne abitazioni e si diffonde in Europa intorno al 1990 grazie a Barbara Jones, la quale apporta modifiche ulteriori in base al clima e all’ambente del Regno Unito dove realizza le prime costruzioni. Le balle di paglia utilizzate sono di dimensioni standard di 100x45x35 cm, quindi facili da sollevare e da posizionare e non richiedono particolari competenze per essere utilizzate. Una volta edificati i muri, la finitura con intonaco di calce e sabbia sui due lati le code ignifughe e isolate. La trasmittanza termica per una parete in paglia di 45 cm di spessore e di 0.13 W/m²K, circa un terzo di una parete convenzionale di forati con intercapedine. Significa che la casa con tale coibentazione d’inverno necessità solo di una stufa o caminetto che resti acceso poche ore al giorno per mantenere un livello igrotermico ottimale per tutti gli ambienti, mentre d’estate resta piacevolmente fresca garantendo una riduzione di costi annui del 75% rispetto alle moderne abitazioni. Per quanto riguarda la resistenza al fuoco, i muri costruiti in balle di paglia ed intonacati, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, offrono ottime prestazioni potendo resistere per tre ore a temperature di circa 1000°C. Le balle di paglia sono anche un buon materiale fonoassorbente spesso sono utilizzate nella realizzazione di studi di registrazione e vengono impiegate nelle barriere acustiche lungo le autostrade o in prossimità degli aeroporti. Contrariamente a quello che si può pensare, la paglia é un materiale ipoallergenico e non può causare febbre da fieno perché non si tratta in verità di fieno, ossia non è costituita da erba tagliata ed essiccata, ma è un sottoprodotto dei cereali quali il grano, l’orzo, l’avena e simili, la sua reperibilità è garantita quasi ovunque, poiché i cereali sono alla base dell’alimentazione degli esseri umani e, inoltre, è un prodotto rinnovabile annualmente. L’aspetto ancor più interessante, a fronte di tali prestazioni, è l’economicità del prodotto e i ridotti costi di manodopera. Per la semplicità della tecnica di produzione e la velocità di costruzione l’acquisto ed il trasporto a casa di ogni balla di paglia può costare tra 1,50 e 2,50 euro. Considerando che un’abitazione di 70 m² richiede l’impiego di circa 280-320 balle, si evince che il costo del materiale si aggira complessivamente tra i 420-775 euro. La coibentazione interna è ottimizzata dall’isolamento del tetto in cellulosa e da quello della soletta di calcestruzzo, isolata con un apposito cappotto, che funge anche da base per il pavimento la produzione di energia elettrica sarà garantita dall’utilizzo di impianti fotovoltaici da 3kWp per abitazione, posizionati sul piano di copertura. L’orientamento degli edifici e l’inclinazione delle falde rendono ottimale il loro impiego. Il solare termico per la produzione di acqua calda, il recupero delle acque piovane e la predisposizione di un impianto di fitodepurazione per il trattamento delle acque di scarico sono altre peculiarità che rendono questo complesso di case alla stregua di un ecovillaggio ad alta efficienza energetica.