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7 gennaio 2012.

La nuova età del legno.

Ecologico, resistente. E grazie alla tecnologia ora si fanno i palazzi.

Il materiale del 2012

Stefano Landi

Dimenticate gli chalet di montagna, di legno hanno solo i rivestimenti e il tetto. Come in una torta, parlare della glassa invece che dei suoi ingredienti. Ormai il materiale sostenibile per eccellenza arriva anche in città, diventando elemento chiave della nuova edilizia. Ritorno al futuro: in un settore in crisi, il comparto delle costruzioni in abete o in larice in cinque anni è cresciuto del 500 per cento. Una marcia destinata a crescere ancora, dato che nel decreto «Salva Italia» varato dal governo Monti è caduto il limite che fissava a tre piani l’altezza delle strutture in legno. A Milano, in zona San Siro, sono appena partiti i lavori per la costruzione di un edificio di nove piani con struttura portante in legno: diventerà, insieme a un «gemello» di Londra, il più alto d’Europa, utilizzando più di 6mila metri cubi di questo materiale. Rischio di deforestazioni? In Italia viene utilizzato solo un quarto dei boschi, il restante 75 per cento è abbandonato all’incuria. Se poi si pensa che per rigenerare il legno utilizzato per costruire una casa di cento metri quadri di bosco impiega solo 15 secondi, l’anima green della rivoluzione edile è salva. «Un percorso che parte da lontano, la palestra è stata fatta con lo sviluppo dei tetti in legno – spiega Paolo Ninatti, presidente di Assolegno-. L’ingegnerizzazione dei prodotti consente ciò che prima non era neanche immaginabile: con i pannelli a strati incrociati, il fuoco che covava sotto la cenere è esploso». Secondo i dati di una ricerca condotta dalla Paolo Gardino Consulting, un anno fa gli edifici in legno erano l’8,5% delle costruzioni italiane, il 2,8% delle abitazioni. Le previsioni per i prossimi cinque anni danno l’edilizia residenziale in crescita del 50%. È il coronamento delle prediche letterarie di uno scrittore come Mauro Corona. «Sono 20 anni che predico legno – racconta, lui che in una baita sulle Dolomiti ha scritto e ambientato il suo ultimo Come sasso nella corrente -. Il legno è l’unico materiale che comunica, che parla se lo sai ascoltare: anche le masse più distratte oggi sentono il richiamo arcaico della natura, delle cose che durano. Hanno capito che tiene calore, che ormai è economicamente vantaggioso e che è il più resistente nel tempo». Basti pensare che in Giappone esistono pagode in legno di diversi piani costruite nel ’400 che hanno resistito anche all’ultimo devastante sisma.

Tante sono le componenti che hanno contribuito a questa rivoluzione. Fra questi c’è il tam tam informativo sulla Rete, veicolo di referenza ed esperienze riuscite. Poi i tempi più brevi di utilizzo, dato che si può consegnare una casa con struttura in legno, chiavi in mano, in meno di cinque mesi contro i 20 delle abitazioni in cemento. Il legno torna in auge anche per il suo bassissimo impatto ambientale. Così oggi si costruiscono chiese, palestre, piscine, ponti, sale da pranzo. E asili nido. Come quello a cui sta lavorando a Milano l’architetto colombiano Mauricio Cardenas che ha scelto di cavalcare l’ultima frontiera naturale utilizzando il bambù. Nella sua tesi in Colombia lo aveva studiato come materiale edile, ispirandosi alla regione della Cafetera vicino a Medellin dove è molto utilizzato. Poi in cinque anni di lavoro nello studio di Renzo Piano si rese conto della crescente attenzione al tema del risparmio energetico ma anche del fatto che venissero poi scelti sempre gli stessi materiali. Un anno fa il suo progetto di un padiglione espositivo in bambù alla fabbrica del vapore di Milano gli è valso il premio Mangiarotti. «Le normative europee vietano per ora di utilizzare il bambù per costruire strutture permanenti, quindi case. Ma ha proprietà fisiche straordinarie, è l’acciaio vegetale», spiega Cardenas.

Resistenza e flessibilità sono stati anche gli elementi che hanno spinto architetti e ingegneri a scegliere il legno per ricostruire i paesi intorno all’Aquila dopo il terremoto. In Abruzzo, dopo il sisma, duemila appartamenti in classe energetica A sono stati costruiti in 80 giorni. A Pescomaggiore, un paesino sulle montagne, 40 persone rischiavano di far le valigie per sempre. «Dopo il terremoto abbiamo portato la nostra esperienza – racconta Paolo Robazza, 35 anni, architetto dello studio romano B.A.G. -. Al cantiere abbiamo coinvolto volontari che arrivavano da tutta Europa costruendo case in legno con tamponature in balle di paglia: è il materiale più elastico e più veloce da utilizzare, quindi il migliore in condizioni di emergenza». Oggi a Pescomaggiore quattro famiglie abitano in quelle case, il cantiere è ancora vivo e con i tempi (lenti) dell’autocostruzione il piano avanza. Robazza è tornato a Roma dove, nel quartiere Quadraro, sta lavorando al primo progetto di casa in legno nel contesto urbano nella capitale. Sarà tra l’altro anche la prima in una città europea con tamponatura in balle di paglia.